Wall and Piece – Banksy

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L’ammirazione che provo verso quest’uomo è sconfinata e quindi sappiate che non è stato facile mantenere un certo distacco mentre sfogliavo il suo libro. Così come non sarà facile adesso evitare di scrivere righe piene di elogi di ogni tipo. Ma lo sticazzi è dietro ogni angolo, come il diavolo raccontato dai Colle der Fomento, per cui andiamo avanti.

Il libro è composto da una raccolta di foto e qualche illustrazione raggruppate in ordine cronologico, semantico, romantico, e sicuramente secondo qualche altro criterio che a me sarà sfuggito in quanto ignorante. I sorci, gli stencils, i quadri modificati, le irruzioni dentro e fuori le gallerie d’arte, qualche installazione. La linea temporale comprende un periodo che va dal 2002 (mi pare) al 2005 (a occhio) ma siccome l’edizione italiana che ho in mano è stata stampata nel 2011 troviamo anche qualcosa di successivo; cosa rimandante al solito concetto che tutti devono avere ben chiaro in mente e cioè che in Italia facciamo come cazzo ci pare: e Banksy… muto!
Molte delle immagini che ritroviamo nel libro sono già famose, ma in alcuni casi sono arricchite da retroscena raccontati dall’autore. In talaltri no.

Chiaramente Banksy è un provocatore, come nel caso di queste genialate qui sotto:

Ma è anche uno che vede una possibilità dove uno sguardo normale vede solo la realtà:

E poi è uno amato da molti, ma non da tutti.

Insomma Banksy e la sua arte non devo certo raccontarveli io (che poi non sarei capace di farlo eh, ma questo è un altro conto…) perciò se non conoscete lui o Lei scendete da quel palo della luce che è la vostra abitazione e cercate su google, o andate qui, o comprate questo libro. O andate sul sito dell’Ippocampo Edizioni che nel frattempo di libro ne è uscito un altro e sono successe anche molte altre cose, tipo Dismaland, per dirne una.
Vi lascio qualche altra immagine, e poco altro. Perché alla fine questo è il libro: immagini e poco altro. Però le immagini costituiscono tanta roba, soprattutto se voi siete quelli che fanno caso ad una scritta, ad un messaggio, ad un’idea colorata. Se come la mia, anche la vostra attenzione è attirata da chi mette la sua vita (o la sua fedina penale, quantomeno) al servizio di quella lampadina che abbiamo nella testa ma che troppo spesso teniamo spenta, ognuno in fondo (ma anche in superficie) perso dentro i cazzi suoi (cit.)

Peace out.

 

P.S.
Se cliccate sulle immagini queste si ingrandiranno: non spaventatevi eh, che è solo un magico giuoco dell’internèt seipuntozero dei blogghi moderni.

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