Posted by Un libro molto piccolo e molto inutile che non aggiunge e non toglie nulla alla letteratura intergalattica-planetaria ma che ha comunque spinto il Delusissimo Me a cinque considerazioni.
La prima.
Se Amazon vende le cose a metà prezzo ci sarà un motivo.
La seconda.
Comprare un libro in cui il protagonista è ispirato (o è quantomeno un tributo) ad un autore di cui non si sa nulla non è proprio una grande idea.
La terza.
Se avete problemi di insonnia questo libro deve essere vostro. Potete anche leggere sempre la stessa pagina o sfogliarle a caso, tanto non succede mai una cippa.
La quarta (non è una considerazione ma la metto in elenco lo stesso).
Per provare a capirne di più ho letto la postfazione di Roberto Mulinacci. Il tono è più o meno questo qui sotto: secondo voi ho capito di più?
[…] alla stregua di un Marco Polo postmoderno, anche il protagonista eponimo di questo intelligente libriccino riesce nell’intento di trasformare, agli occhi del Gran Kan-lettore, l’inferno focaultiano dell’esistenza odierna, controllata e repressa, in una fiabesca parentesi di anarchia e libertà.
La quinta (ed ultima).
Ho buttato soldi e perso tempo per leggere di uno che tra le altre fa cose tipo trasportare una barra parallela al suolo per tutto il tratto che deve percorrere. Che è un po’ come quando io da bambino camminando stavo attento a poggiare i piedi solo all’interno dei mattoni. Oppure contavo i passi, o i gradini. Ecco, una cosa così. Immagina se poi arriva il fenomeno di turno che elogia questa mia assenza dalla vita come una cosa da raccontare celebrandola, tipo:
Rifuggendo l’idea di dover accompagnare il genitore in banca, egli si sofferma a guardare una mosca rimasta incastrata tra il vetro e la tenda, metafora esaustiva dell’illusione della libertà, a fronte invece di un progressivo accorciamento della catena che ci lega a stograncazzo […].
E Quindi?
E quindi nunvoocompràte, çiao.
