Post Office – Charles Bukowski

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Er poro Charles, che io chiamerò Carlo perché quando penso al nome Charles mi viene in mente Charles Ingalls, ci racconta le avventure/disavventure di Henry Chinasky, detto Hank. Personaggio di fantasia (ma non troppo) che molti però indicano come una sorta di alter ego di Carlo (ma non troppo).

Henry Chinaski detto Hank sta sempre ‘mbriaco.
Beve a ‘na maniera che me fa male lo stomaco solo a leggerle tutte, le cose che si beve.
Che poi è un lato positivo, questo: significa che chi scrive è bravo a far sentire al lettore l’effetto del bicchiere che si riempie e si svuota in continuazione. E la narrazione in prima persona regge parecchio il gioco.
E mentre Hank beve a nastro, barcolla e sta in hangover, fa anche una serie di cose. Non molte, ma comunque ciclicamente sono queste:
lavora alle Poste (il romanzo infatti si chiamerebbe anche Post Office…);
scopa con più o meno tutte le donne che incontra;
litiga con i suoi capi, chicchessìano;
gioca ai cavalli, vince spesso.
In loop.

Libricino che si legge bene, che di certo non arricchisce l’animo ma aiuta gli indici Mibtel e Dow Jones a toccare picchi di ignoranza da record. Riporto alcuni estratti e mi levo dal cazzo.

Era stata una domenica brutale. Qualche amico di Fay era venuto a casa ed erano rimasti sul divano a cinguettare che grandi scrittori erano, i migliori della nazione. L’unico motivo per cui non venivano pubblicati era perché – così dicevano – non spedivano i loro lavori alle case editrici.
Li avevo osservati bene. Se scrivevano come si comportavano, bevendo caffè e ridacchiando intingendo le ciambelline, non aveva alcuna importanza se spedivano la loro roba o se se la ficcavano nel culo.

Un giorno ero al bar e tra una corsa e l’altra vidi una donna. Dio o chi per lui continua a creare donne e le getta così per strada, e questo culo è troppo grosso e quelle tette sono troppo piccole, e questa è matta e quell’altra è pazza e quest’altra ha la fissa della religione e quell’altra legge le foglie del tè e questa qui non riesce a controllare le scorregge, e quella lì ha il naso grosso, e quella là ha le gambe ossute…
Ma ogni tanto arriva una donna, in piena fioritura, una donna che scoppia nel vestito… una creatura tutta sesso, una maledizione, la fine del mondo.

 

Ciao.
Anzi, no.
Una domanda: ma che fine ha fatto il postino che c’era prima?

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