Santa Wikipedia da Ovunque ci dice che Gianni Rodari detto “Giannetto nostro” tra il 1955 ed il 1958 tenne su l’Unità una rubrica settimanale di risposte alle domande inviate dai bambini, intitolata ll libro dei perché (in un secondo momento La posta dei perché). Le domande e le risposte furono raccolte e pubblicate in un volume postumo, nel 1984. Poi i tipi di Tap Kids – una casa editrice di Milano che se la cerchi su Google nemmeno la trovi – più di 30 anni dopo, nel 2018, hanno sentito l’esigenza di farne l’ennesima edizione. E qui il domandone alla Putignani ci sta proprio bene: percheeeeééé???….
Rispondere a questo perché non è facile, così come non lo è rispondere a tutte le domande che fanno i bambini, perché alcune presuppongono una spiegazione lunga e complicata, l’uso di metafore, a volte di turpiloquio, a volte l’uso di tanti esempi che rendono la strada tortuosa. A me ad esempio succede sempre che prendo le cose troppo alla larga e mia figlia si rompe le palle e non mi ascolta oppure va a chiedere alla madre che è più sintetica.
Invece Giannetto nostro riesce a rispondere in maniera seria, semiseria, ironica, grintosa, estrosa e spesso anche poetica a domande tipo “Perché il mare è salato? Perché il cielo è blu? Perché io sono io? Perché l’Italia si chiama Italia? Perché l’oro è tanto prezioso? Perché piove? Perché non sentiamo la terra girare? Perché il disco suona? Perché gli uomini fumano? Perché una cosa non vera si dice “bugia”? Perché tutti desideriamo qualcosa?”
In the final il libricino (arrivato in casa perché una delle nonne l’ha preso su una bancarella) non è accio-accio e la ragazza 8enne si è divertita a leggerlo ad alta voce alla presenza di genitori, nonni, cugini, passanti, curiosi, giornalisti de La7, senza far caso al linguaggio non proprio modernissimo. A ‘sta cosa del linguaggio un po’ desueto ci ho fatto caso solo io e quindi ci sta uno sticazzi bello grosso. Ho fatto caso solo io però anche al fatto che sia in copertina che nell’indice gli accenti dei perché sono al contrario (perchè = accento grave = errore grave) e di questa cosa si sarebbe dovuto accorgere qualche kid che lavora in tap e qui lo sticazzi è molto meno grande. E aggiungerei anche altri improperi ma poi rischio di prenderci gusto e degenerare come sempre e quindi mi fermo.
Pare sia nato prima l’uovo, comunque. Così dice Giannetto.
Ciao.