Un libro che si chiama La strada dell’ignoranza deve essere mio a tutti costi, anche se la foto di questo signore in copertina, non esattamente un Hooligan, mi porta subito a pensare che il termine ignoranza verrà usato nella maniera opposta a come lo uso io.
E infatti.
Wendell, che io chiamerò Vendèllo, è uno scrittore americano di indubbia cultura che ha lasciato gli agi di New York per ritornare nel Kentucky con tutta la famiglia e dedicarsi alla sua amata terra ed alla sua fattoria.
E quando dico amata terra non lo dico così accàzzo ma lo faccio per sottolineare un concetto che Vendèllo in questi saggi (sì, il libro è un volume che contiene dei saggi su argomenti vari ma tutti giracheterigìra riconducibili alla portata dei problemi che l’economia americana porta con sé) ripete praticamente all’infinito, mettendo la sua scelta di abbracciare l’Agrarianismo continuamente di fronte agli effetti del distruttivo Industrialismo, rovina dell’America e quindi del mondo tutto.
Vendèllo parla bene ed in modo abbastanza facile – apprezzo quando un autore intuisce che il suo libro potrebbe finire in mano a capre come me – ed in alcuni suoi ragionamenti, appoggiandosi spesso ad altri scrittori e pensatori a lui affini, è davvero illuminante.
Ad esempio quando dice che nel momento in cui compriamo qualcosa stiamo cercando di comprare “soddisfazione”, cioè stiamo cercando di rimediare alla nostra insoddisfazione acquistando quel pezzettino che ci manca e che sempre ci mancherà. Perché quella mancanza che sentiamo è dovuta al senso di appartenenza che ci siamo lasciati portar via dall’economia capitalistica, abile a dividere le nostre individualità in due blocchi: quello che siamo (da dove veniamo, cosa mangiamo, qual è la storia delle nostre famiglie…), ben distinto da quello che sappiamo fare (come possiamo essere utili all’economia?..).
Non proprio un libro semplice, ma una lettura interessante.
Da leggere solo se si è ben svegli però – non prima di dormire – perché la palpebra tende a calare.
Ciao.