In questo ultimo lavoro Zerocalcare prova a convincerci di essere come noi, fatto di carne ed ossa come noi, popolato di crisi e di dubbi come noi, assalito da rimpianti, rimorsi e rigurgiti del passato come noi. Come noi.
Come no?
Ma ci credete voi? Io me lo immagino Zeromichele che sta lì con la pipa, la giacca di tweed ed il maglione di cachemire a collo alto color crema mentre accarezza Marx, il suo English Mastiff, e si fa beffe di noi insieme al suo circoletto di illuminati popolato di gente tipo Kara Walker, Anila Rubiku, Emmanuelle Charpentier, Steven Mollenkopf, Luis Videgaray. Dirà cose tipo: aò regà, nun potete capì… Io quando presento un libro se intasa pure l’autostrada, la gente se accampa fori la libreria cor sacco a pelo… A Rebibbia me chiamano King (vabbè quello però perché ho detto che so dedito ar fumetto e hanno capito che vendo er fumo…), me so’ comprato un’isola ner Pacifico, me so’ fatto costrui’ un elicottero che va a energia solare come er Daitarn 3 – però ho scritto che so’ un mezzo sfigato paranoico e la gente ce crede… Ve rendete conto de quanto abboccano i Prolet? So’ fantastici proprio…
Vabbè, ok.
Quattro cazzate le abbiamo dette, ora possiamo parlare del libro.
Possiamo? Mah, anche no alla fine. Bello come tutti gli altri, reale come tutti gli altri, ignorante come tutti gli altri. Questo un filo più amaro, forse, ma la vita non è che sia tutta plumcake e bomboni, per cui ci sta.
E poi Zerocalcare riesce sempre a fare la cosa giusta. Fa quello che dovrebbero fare tutti quelli che riescono con le loro opere a raggiungere un numero elevato di persone, ovvero portare temi – come questo qui sopra – che sembrano scontati e superati ma che i fatti di cronaca ci dicono invece essere ancora attuali e radicati nella nostra cultura. Il parente, la vicina, l’amico, il barista, la parrucchiera…
Come mine anti-uomo (potremmo chiamarle però mine anti-merda…) questi temi sono infilati tra una tavola e l’altra, funzionali alla narrazione, alternati ad opere d’arte moderna come quella qui sotto:
Per cui.
Prova a farsi prendere per un coglione, ma noi che lo portiamo in alto continuiamo a dirgli: No, sei un eroe!..
Una sicurezza. Che de ‘sti tempi non è poco.
Ciao.