Se io mo scrivo una cosa tipo “un libro che tutti gli amanti di calcio dovrebbero leggere” sembrerei uno che vuole usare frasi ad effetto, ma che dico “ad effetto” frasi “a giro”, proprio. Però insomma, il concetto è quello.
Il libro è scritto molto bene, il ritmo è incalzante, il risultato è sporco, come ci piace.
E poi parliamo di un libro che ha due copertine, una meglio dell’altra: quella co’ la capoccia di cuoio – in alto – e questa qui sopra. Che secondo me è migliore, perché ritrae il protagonista del libro quando era giocatore, infangato, guerriero, con quella faccia da cazzo sfrontata che gli permetterà di diventare il personaggio che diventerà. Tutto sporco, come il libro.
Insomma Davide Pace, documentandosi in maniera approfondita (la bibliografia in fondo al libro è incredibilmente lunga) sul protagonista, porta alla luce un personaggio che a noi italiani potrebbe essere sfuggito: Brian Clough, detto Cloughie.
Ex-bomber di Middlesbrough e Sunderland, carriera finita a causa di un infortunio, diventa allenatore di Hartlepool e di Derby County, con cui arriva fino alla semifinale di Coppa dei Campioni, per poi approdare al Leeds United – avventura sfortunata raccontata in questo romanzo – squadra allenata fino a quel momento (e per 12 anni) da Don Revie, la cui ombra non sarà difficile cancellare. Poi si accaserà al Nottingham Forrest, ma qui siamo ancora al passo precedente. Qui siamo sul difficile campo del Leeds United: Elland Road.
Il libro è ossessivo-compulsivo, anzi, direi aggressivo-aggressivo. Ti inchioda al muro e ti costringe a leggerlo. E poi – cosa fantastica – approfondisce un episodio pieno di odio per la Juventus, che non guasta mai (come successo anche qui): semifinale di coppa dei campioni, a Torino si gioca Juve – Derby County. Il giocatore tedesco della Juve Haller viene visto entrare dal vice di Clough nello spogliatoio dell’arbitro Schulenberg per ben due volte prima dell’inizio della partita, e poi nel tunnel sono ancora lì che parlottano. E allora ecco a voi:
Non bene, benissimo. Il ritmo, dico. Sembra musica.
Ciao a tutti, buon campionato (e Juvemmèrda).