Posted by Mi approccio a questo libro sapendo già che aveva riscosso pareri e recensioni positivissime per cui ho un po’ di aspettative. Che all’inizio vengono quasi deluse. Ma poi Manuel con la sua scrittura perforante riesce a scavare un tunnel sottile nella mia testa. La sua scrittura buca, è bucante: ma non come una trivella, piuttosto come una goccia, piano piano.
Scarta ad uno ad uno una serie impressionante ed a volte estenuante di ricordi mischiati tra loro, alcuni di importanza vicina allo zero, ma lo stesso riesumati e spremuti per far uscire gocce di padre e di madre da diffondere nell’ambiente, da tenere ancora con sé.
Madre:
Credo nelle tue passioni. Le tue passioni ora sono le mie. E le tue passioni sono valse la pena. Mi mancano le foto, quello sì. Le tue passioni, mamma, la tua ossessione per la vita, le hai passate a me. Ce le ho qui, nel mio cuore, macinando rabbia.
Padre:
Io ho potuto conoscere mio padre quando era già mio padre. Se l’avessi conosciuto prima che lo fosse, avrei conosciuto la mancanza di necessità di me stesso; avrei conosciuto un mondo senza di me.
Madre + padre:
Storia di un uomo solo, rispetto al passato al presente ed al futuro. Storia ordinaria, che viene resa struggente dalla ricerca continua e forzata della mancanza di affetto. Un cammino facile, difficile, impossibile, fatto di ricordi belli, brutti, grigi, normalissimi, che diventano speciali perché sono propri, perché appartengono a persone che non esistono più. Persone normali, che l’autore paragona ai grandi musicisti del passato, per renderli celebri al mondo, al suo mondo, come lo sono stati Bach e Beethoven.
I ricordi sono il punto di partenza per svariate riflessioni, amare, fatte in solitudine, dolorose, precise, definitive.
Ricordi, amarezza, delusione. Ma anche bellezza. Un libro molto bello e particolare. Sarà per questo che è piaciuto così tanto a tutti? Chenesò io… Ma alla fine: sticazzi, no?
Saluti finali.
